La poesia è la “seconda anima” del CTU Cesare Questa, in ragione anche del suo rapporto particolare con la città ducale. Carlo Bo era solito dire che nello Studio Urbinate, appena fondato per iniziativa di Guidobaldo di Montefeltro nel 1506, «la prima cattedra è stata una cattedra di Poesia». Urbino, per la sua stessa fisionomia di città ideale, è una «creazione poetica», un luogo dell’anima che affascina, ispira e invita al pensiero lirico. La presenza della poesia è evidente nei due laboratori di Traduzione interculturale e Poesia contemporanea, entrambi incentrati sulla forza espressiva e creativa della parola.
Sigillo di Ateneo
Il CTU Cesare Questa si è fatto promotore di alcune importanti iniziative “poetiche”: la consegna del Sigillo di Ateneo da parte del Rettore Vilberto Stocchi ad Adam Zagajewski, tra i massimi autori viventi, avvenuta il 25 giugno 2016 presso il Giardino d’inverno del Palazzo ducale (si rimanda all’articolo apparso sul supplemento culturale de Il Sole 24 Ore); la consegna del Sigillo di Ateneo a Nicola Crocetti, fondatore della gloriosa rivista Poesia, nell’anno del suo trentesimo anniversario. Recentemente anche Paul Muldoon, il più grande poeta vivente di lingua inglese, ha ricevuto il prestigioso riconoscimento.
“Solo nella bellezza altrui
vi è consolazione, nella musica
altrui e in versi stranieri.
Solo negli altri vi è salvezza,
anche se la solitudine avesse sapore
d’oppio. Non sono un inferno gli altri,
a guardarli il mattino, quando
la fronte è pulita, lavata dai sogni.
Per questo a lungo penso quale
parola usare: se lui o tu.
Ogni lui tradisce un tu, ma
in cambio nella poesia di un altro
è in fedele attesa un dialogo pacato”
Adam Zagajewski (Leopoli, 1945)
da Dalla vita degli oggetti. Poesie 1983-2005
(a cura di Krystyna Jaworska, Adelphi, 2012)
“III.
Madre del nostro Creatore, Madre del nostro Salvatore,
Madre amorevolissima, Madre mirabilissima.
Vergine prudentissima, Vergine venerabilissima,
Madre inviolata, Madre casta.
E cammino affondando la vita tra il porpora e l’oro
con un braccio lungo quanto l’altro.“
Paul Muldoon (Portadown, 1951)
da Poesie
(a cura di Luca Guernieri, Mondadori, 2008)